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Lavoro ed Energia
Lavoro di una forza
Definizione
Definiamo il lavoro come:
\[W_{F, \gamma} =^{def} \int_{\gamma} \vec{F}*d\vec{l}\]
- \(d\vec{l}\) e' un piccolo spostamento sulla curva
- Il lavoro rappresenta quanto una forza contribuisce allo spostamento. Per questa ragione proiettiamo il vettore della forza su quello dello spostamento tramite il coseno. Si potrebbe dire che e' una coincidenza che questo risulta nel prodotto scalare.
Parametrizzando nel tempo:
\[W(t) = \int_{t_A}^{t_B} F(\gamma (t)) * \gamma(t)' dt \]
- \(F\) e' una funzione da \(R^3\) a \(R^3\) (campo vettoriale)
- vale che \(\gamma (t)'dt\) e' \(ds\), ossia il vettore della curva \(\gamma\) nell'intervallo \(dt\). Infatti \(ds = \frac{ds}{dt}dt = s(t)'ds\).
- \(*\) e' il prodotto scalare
Tipi di lavoro
Distinguiamo tre tipi di lavori:
- lavoro Motore: \(dW > 0\)
- lavoro resistente: \(dW < 0\)
- lavoro nullo: \(dW = 0\)
- Per esempio, la forza centripeta è sempre ortogonale allo spostamento, dunque non contribuisce mai lo spostamento perciò il suo lavoro e' nullo.
Analisi dimensionale
Dimensionalmente abbiamo che:
\[ [dW] = [Fdr] = [M\frac{L}{T^2}L] = [M(\frac{L}{T})^2] \]
- nel sistema internazionale usiamo il joule per descrivere il lavoro: \(1\ J = 1Nm = 1 Kg m^2 / s^2\)
Lavoro della forza peso
Il lavoro della forza peso è:
\[ W_{A\rightarrow B} = mgh \]
Dimostriamo ora quanto sopra. Osservo che il lavoro totale è la somma do tutti i lavori nei vari momenti; con infiniti momenti sempre più piccoli posso utilizzare l'integrale.
\[ W_{A->B} = \int_A^B dW \]
- A e B sono due punti. \(dW\) e' il lavoro in un microspostamento
Si prenda come classico esempio una persona che va sul Bondone, concentrandoci sul \(dW\) dato dalla forza peso:
\[ dW = \vec{P} \cdot d\vec{r} = |\vec{P}| \cdot |d\vec{r}|cos(\theta)\]Osservo che \(|dr|cos(\theta)\) è la proiezione di \(dr\) su \(P\), che è la forza peso. Dato che la forza peso e' sempre verticale, l'unica componente dello spostamento che contribuisce al lavoro e' la componente verticale. La somma ti tutti gli spostamenti verticali è lo spostamento verticale totale \(h\): \[ W_{A->B} = \int_{A}^{B}\vec{P} \cdot d\vec{r} = \int_{A}^{B}mg * dh = mgh \]
Teorema dell'energia cinetica o delle forze vive
Definiamo l'energia cinetica \(E_k\) come:
\[ E_K =^{def} \frac{1}{2}mv^2 \]
Vale:
\[ dW^{TOT} = dE_K\] \[ W_{i\to f}^{TOT} = E_{Kf} - E_{ki} \]
- Il lavoro totale è dato dalla risultante di tutte le forze.
Dimostriamo ora quanto detto sopra. Sia nota la seconda legge della dinamica, che può essere riscritta come:
\[ F=m\frac{d\vec{v}}{dt} \] Moltiplico a destra e a sinistra per il prodotto scalare dello spostamento otteniamo:
\[ F \cdot d\vec{s} = m \frac{d\vec{v}}{dt}\cdot d\vec{s}\]
Sposto il \(dt\) (non ditelo ai matematici che si arrabbiano):
\[ dW = m d\vec{v}\cdot \frac{d\vec{s}}{dt} \]
La derivata dello spazio è la velocità, dunque:
\[ dW = m\vec{v}\cdot d\vec{v} \]
Espandiamo il prodotto scalare abbiamo:
\[ m \vec{v} \cdot d \vec{v} = m(\vec{v_x}d\vec{v_x} + \vec{v_y}d\vec{v_y} + ...) \]
Osservo che: \[ \int xdx = \int dy\ ,\ con\ y=\frac{x^2}{2} \longrightarrow \int d[\frac{x^2}{2}]\] \[ \vec{v_x}d\vec{v_x} = d[\frac{\vec{v_x}^2}{2}] \]
Dunque
\[ dW = m(d[\frac{\vec{v_x^2}}{2}] + d[\frac{\vec{v_y^2}}{2}] + ...) = md[\frac{\vec{v^2}}{2}] \] \[ dW = d[\frac{1}{2}mv^2] \]
Vale:
\[W_{F, i\rightarrow f}\vec{F} d\vec{s} = \int_i^f dW = \int_i^f \frac{1}{2} m d[v^2]\]
Dunque:
\[W_{F, i\rightarrow f} = \frac{1}{2}mv_f^2 - \frac{1}{2}mv_i^2\]
Definiamo:
\[ E_K =^{def} \ \frac{1}{2}mv^2 \]
Allora:
\[W_{F, i\rightarrow f} = \Delta E_k\]
Forze conservative e non conservative
Una forza è conservativa se vale almeno una delle seguenti proposizioni:
- Qualunque sia il percorso, vale:
\[ W_{F, A\rightarrow A}^{Forze\ Cons.}= 0 \] Anche scritto come: \[\oint \vec{F} d\vec{s} = 0\]
- Il lavoro della forza non di pende dal percorso, ma solo da i suoi estremi.
- Esiste una primitiva U detta energia potenziale tale che
\[ W_{A\rightarrow B}^{F.C.} = -[U(\vec{x_B}) - U(\vec{x_A})] = - \Delta U_{A\rightarrow B} \]
Dimostriamo ora \((1) \rightarrow (2), (3)\). Assumiamo vera \((1)\), dunque vale:
\[ W_{A\rightarrow A}[\vec{F}] = \int_{A}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} = 0 \]
Prendiamo ora un percorso chiuso, e due punti A e B in questo percorso. Vale:
\[ \int_{A}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} = \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot \vec d{s} + \int_{B}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} =^{hp} 0 \] Allora:
\[ \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot \vec d{s} = - \int_{B}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} \]
Osserviamo che, i due percorsi A->B e B->A hanno lo stesso lavoro in valore assoluto: l'integrale nella curva è lo stesso, nonostante la scelta di andare verso destra o verso sinistra. Il lavoro totale che è dato dalla somma dei due sarà quindi indipendente dal percorso scelto (2)
Dimostriamo ora (3) assumendo (1) e (2). Si sappia che l'integrale è una funzione lineare, dunque per definizione è data dalla somma / differenza di polinomi. Andiamo ad analizzare le due casistiche:
\[ \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(A, B) = c_AA+c_bB \] \[ \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(A, B) = c_AA-c_bB \]
Osserviamo che il lavoro necessario per andare da A a B è diverso dal lavoro necessario per andare da B ad A, dunque, se prendessimo il primo polinomio, verrebbe:
\[ \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(A, B) = c_AA+c_bB \] \[ \int_{B}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(B, A) = c_bB+c_AA \]
Osserviamo che:
\[ c_AA+c_BB = c_BB+c_AA \]
Ma questo andrebbe contro quello che è stato detto in precedenza. Prendendo, invece, in considerazione il secondo caso, vale:
\[ \int_{A}^{B}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(A, B) = c_AA-c_bB \] \[ \int_{B}^{A}\vec{F}\cdot d\vec{s} = f(B, A) = c_bB-c_AA \] \[ c_AA-c_BB \ne c_BB-c_AA \]
Dunque il lavoro può essere scritto nella seguente forma, con le dovute sostituzioni di variabili:
\[ W_{A->B} = c_AA-b_BB = -[ U(B) - U(A) ] \]
Banalmente si può dimostrare che vale anche \((2) \rightarrow (1)\), \((3) \rightarrow (2)\) etc.
Mostriamo ora una considerazione interessante. Dalla \((3)\) vale:
\[ -W_{A->B}^{Forze\ Cons.} = U(B) - U(A) = \Delta U_{A->B} \] \[ U(B) = U(A) + \Delta U_{A->B} \]
Notiamo che l'energia potenziale in un punto dipende (è in funzione di) un punto di riferimento A. Si prenda un punto di riferimento \(O\):
\[ \Delta U_{O->A} = U(A)-U(O) \] \[ \Delta U_{O->B} = U(B)-U(O) \] \[ \Delta U_{O->B} - \Delta U_{O->A}= U(B) - U(O) - U(A) + U(O) = U(B) - U(A) \]
La \(\Delta U\) non dipende dal punto di riferimento.
Caso peso
Si consideri un oggetto con massa m che viene lanciato dalla base di un piano inclinato: l'oggetto salirà, si fermerà, e poi tornerà indietro. Il lavoro della forza peso è nullo, è infatti uguale al lavoro per salire più il lavoro per scendere. Se sviluppiamo i calcoli:
\[ W = \int P_{//}\cdot d\vec{s} = \int_{salita} P_{//} \cdot d\vec{s} + \int_{discesa}P_{//}\cdot d\vec{s} = \] \[ = P_{//}(\int_{s}d\vec{s}cos(\theta_1)+\int_{d}d\vec{s}cos(\theta_2)) = P_{//} (L-L) = 0\]
Vale la \((1)\), dunque questa è una forza conservativa.
Caso attrito
Si consideri poi il lavoro della forza di attrito:
\[ W = \int P_{//}\cdot d\vec{s} = \int_{salita} P_{//}\cdot d\vec{s} + \int_{discesa}P_{//}\cdot d\vec{s} = \] \[ = P_{//}(\int_{s}d\vec{s}cos(\theta)+\int_{d}d\vec{s}cos(\theta)) = P_{//} (L+L) \]
La (1) non vale. Non è una forza conservativa.
Caso molla
Calcoliamo il lavoro della forza elastica:
\[W_{el}^{A\rightarrow B} = \int_{A}^{B}\vec{F_{el}}\cdot d\vec{s} = \int_{A}^{B}-K\vec{x}\cdot d\vec{x} = \int_{A}^{B} -Kxdx = -\frac{1}{2}K(x_B^2 -x_A^2)\] \[W_{el} = -\frac{1}{2}K\Delta x^2\]
La (1) vale. Dunque questa è un'altra forza conservativa.
Teorema di conservazione dell'energia meccanica
Sia noto:
\[(1)\ W_{i->f}^{tot} = \Delta E_{k_{i->f}} = E_{k_f} - E_{k_i} \] \[ (2)\ W_{i\rightarrow f}^{F.C.} = -\Delta U_{i\rightarrow f} = -(U_f - U_i) \]
- \((1)\) dal teorema delle forze vive
- \((2)\) dalla definizione di forze conservative
Inoltre vale che il lavoro totale in un sistema e' la somma del lavoro delle forze conservative e il lavoro delle forze non conservative:
\[ W_{i->f}^{Tot} = W_{i\rightarrow f}^{F.N.C.} + W_{i \rightarrow f}^{F.C.} \] \[ W_{i\rightarrow f}^{F.N.C.} = W_{i->f}^{Tot} - W_{i \rightarrow f}^{F.C.} = E_{k_f}-E_{k_i} + (U_f - U_i) = \Delta E_k + \Delta U\]
Definiamo l'energia meccanica come:
\[ E =^{def} U + E_k\]
Concludiamo:
\[ W_{i\rightarrow f}^{F.N.C.} = E_f - E_i\]
- Nel caso di assenza di forze non conservative, l'energia meccanica si conserva:
\[ E_f = E_i \] \[ \Delta E_k = -\Delta U \]
Potenza
Definiamo potenza (media) come:
\[P=\frac{W}{\Delta t}\]
Allora:
\[P_{istantanea}=\frac{dW}{dt} [\frac{J}{S}] = \frac{\vec{F}*d\vec{s}}{dt} = \vec{F}*\vec{v} \]
Misuriamo la potenza in Watt dove 1 Watt e' 1 Joule in 1 secondo. A volte viene usata anche la caloria, che vale \(1 cal = 4,18 J\).
Legge di conservazione della quantità di moto
Assumiamo un sistema isolato e dunque inerziale, vale la terza legge della dinamica:
\[ \vec{F}_{1 \rightarrow 2} = -\vec{F}_{2 \rightarrow 1} \]
Possiamo esprimere questo usando la forza impulsiva vista in precedenza:
\[\frac{\vec{J}_{1\rightarrow 2}}{dt} = -\frac{\vec{J}_{2\rightarrow 1}}{dt}\] \[ \frac{d\vec{p}_2}{dt} = -\frac{d\vec{p}_1}{dt} \]
Da notare che nel precedente passaggio ho messo \(\vec{p_2}\) come la quantità di moto di \(\vec{J}_{1\rightarrow 2}\) infatti l'impulso appartiene al secondo oggetto, applicata dal primo. Continuando con i passaggi:
\[d\vec{p_2} = -d\vec{p_1}\] \[ d[\vec{p_2} + \vec{p_1}] = 0 \] \[ d\vec{p} = 0 \]
La differenza di quantità di moto del sistema è zero: la quantità di moto si conserva. Questa osservazione deriva direttamente dalla terza legge della dinamica, vale sempre in sistemi inerziali.
Con una formula più pratica:
\[ m_1\vec{v}_{1, i} + m_2\vec{v}_{2, i} = m_1\vec{v}_{2, f} + m_2 \vec{v}_{2, f} \]
E' da ricordare, inoltre, che nel centro di massa la quantità di moto si conserva.
Urti
Urto elastico
Nell'urto elastico vale la conservazione dell'energia cinetica:
\[E_{k,i} = E_{k, f}\] \[ m_1 \vec{v}_{1, i}^2 + m_2\vec{v}_{2, i}^2 = m_1 \vec{v}_{1, f}^2 + m_2\vec{v}_{2, f}^2 \]
Assumiamo di avere due masse in posizione \(x_1\) e \(x_2\) con velocità e prendiamo come sistema di riferimento il centro di massa.
- \(x_{CM}=\frac{m_1x_{1i}+m_2x_{2i}}{m_1+m_2}\)
- \(x_{1i}'=x_{1i}-x_{CM}=\frac{m_2(x_{1i}-x_{2i})}{m_1+m_2}\)
- \(x_{2i}'=x_{2i}-x_{CM}= ''\)
allo stesso modo vale per le velocità. Allora:
\[p_i' = m_1v_{1i}' + m_2v_{2i}' = \frac{m_1m_2}{m_1+m_2}(v_1-v_2) + \frac{m_1m_2}{m_1+m_2}(v_2-v_1) = 0\]
vale che la quantità di moto nel centro di massa e' nulla.
Per quanto riguarda l'energia cinetica:
\[E_{k,i}' = \frac{1}{2}m_iv_{1i}'^2 + \frac{1}{2}m_2v_{2i}'^2 = ... = \frac{1}{2}\frac{m_1m_2}{m_1+m_2}(v_1-v_2)^2\]
Urto Anelastico
L'energia cinetica non si conserva.
\[E_{k,i} \ne E_{k, f}\]
Vale sempre la conservazione della quantità di moto:
\[ \vec{p}_{1, i} + \vec{p}_{2,i} = \vec{p}_{1, f} + \vec{p}_{2, f} \]
Solo per gli urti completamente anelastici, vale inoltre che i due corpi rimangono attaccati:
\[ m_1\vec{v}_i + m_2\vec{v}_2 = (m_1 + m_2)\vec{v}_f \]
Se impostiamo il sistema di riferimento nel punto del centro di massa, allora la sua velocità è zero e anche la sua quantità di moto è 0
Analizzando la situazione iniziale, vale: \[ E_{k,i} = E_{k1,i} + E_{k2,i} = \frac{1}{2}m_1\vec{v}_{1,i}^2 + \frac{1}{2}m_2\vec{v}_{2,i}^2\] Utilizzando un sistema di riferimento centrato sul centro di massa:
\[ v_{1,i} = \vec{v}_{cm} + \vec{v}_{1, sismema\ cm} \] \[ \frac{1}{2}m_1(\vec{v}_{cm} + \vec{v}_{1, i\ sistema\ cm})^2 + \frac{1}{2}m_2(\vec{v}_{cm} + \vec{v}_{2, i\ sistema\ cm})^2 \] \[ \frac{1}{2}(m_1+m_2)\vec{v}_{cm}^2 + E_{k,i}' \]
Invece la situazione finale vale:
\[ E_{k,f} = \frac{1}{2}m_3\vec{v}_{3, f}^2 = \frac{1}{2}(m_1 + m_2)\vec{v}_{cm}^2 \]
Dunque:
\[ E_{k,i} > E_{k,f} \]